Una finestra sul mondo della formazione
Intervista a Mariana Minke, fiber artist e docente presso il Centro Scolastico per le Industrie Artistiche
Apriamo il Magazine di creattivati.ch con un focus sull’arte tessile in Ticino, in particolare aprendo una finestra sul mondo della formazione intervistando Mariana Minke, fiber artist e docente presso il Centro Scolastico per le Industrie Artistiche (CSIA) di Lugano (Svizzera).
Mariana come Creattivati abbiamo conosciuto parte del tuo lavoro grazie alla mostra “Passione tessile” da noi curata nel 2019 a La Filanda di Mendrisio, ma vorremmo che ci parlassi di più di te, della tua formazione e dei tuoi progetti.
Chi è Mariana Minke? Com’è nata la tua passione per il tessile?
Penso di essere un mix. Sono cresciuta in Brasile, a San Paolo, ma i miei bisnonni erano Europei. In famiglia c’è sempre stata la volontà di tenere in vita le tradizioni dei miei avi, tant’è che da piccola frequentavo corsi di danza del Ländler – tipico ballo austriaco. Questa, come altre tradizioni, non si scontravano con la cultura brasiliana in cui sono cresciuta, ma anzi s’integravano in me. Questo mix l’ho vissuto anche con i miei genitori: mia mamma dipinge e mio papà è ingegnere, passioni che ho entrambe ereditato – una per l’arte e l’altra per la tecnica.
Mariana Minke
Mi sono innamorata della tessitura a 16 anni, in un solo giorno. Me lo ricordo molto bene: ho preso parte ad un giorno di prova della professione di tessitrice prima di scegliere in quale indirizzo formarmi al CSIA. A fine giornata avevo in mano un tessuto che io stessa avevo creato, partendo dalla progettazione su carta, la scelta dei filati, il montaggio del telaio e la tessitura. Avevo trovato in un mestiere tutto quello che mi interessava: l’arte, il disegno, la manualità, la tecnica e un risultato concreto. Non ho avuto alcun dubbio, avevo trovato la mia strada.
Intreccio naturale realizzato sulle Isole di Brissago
Prima di essere una docente sei stata una studentessa dello CSIA, come ricordi gli anni della tua formazione? Quali erano i tuoi sogni e le tue aspettative?
Ero in Ticino da due anni quando ho finito la quarta media. É stata la sorella di un amico a parlarmi del CSIA. Infatti, fino a quel momento non sapevo nemmeno che ci fosse una scuola di questo tipo. Mi sono informata e ho trovato subito un grande interesse per il CSIA e per i mestieri che si potevano imparare.
Gli anni al CSIA sono stati formidabili: ho imparato molto sul disegno, sulle forme, sui colori, sui materiali; ho potuto provare il modellato, la fotografia e ho studiato con piacere anche sulla storia dell’arte. Adoravo tutte le materie e spesso anche nelle materie culturali si facevano legami con il mondo dell’arte.
Per la tessitura ho avuto una docente molto importante per me, Myrtha Schlachter, che ci accettava tutti per quello che eravamo e che riusciva a tirare fuori il meglio di ogni uno di noi.
Durante la formazione ho anche partecipato ad un concorso di arte tessile a Basilea e con la nostra classe abbiamo anche potuto esporre i nostri manufatti al Textilforum a Winterthur. È stata una formazione molto ricca.
Non credo di aver avuto delle vere e proprie aspettative all’epoca: io vivevo il momento, la tessitura era una parte di me e mi piaceva. A tutti gli scettici che ho incontrano nel mio percorso (compresi i miei genitori), dicevo che era quello che volevo fare e che ero fortunata ad aver trovato la mia strada. Il mio sogno era quello di fare ciò che mi piaceva: come disse Confucio “scegli il lavoro che ami e non lavorerai nemmeno un giorno in tutta la tua vita”.
Campioni di tintura e discharge dying
C’è stata un’opera o un artista che ti ha ispirata particolarmente durante il tuo percorso di formazione?
Le opere che più mi hanno ispirata nel mio percorso formativo sono stati i manufatti creati dalle diverse culture nel mondo. Gli artigiani creavano oggetti meravigliosi con materiali originari, nel rispetto della natura, e li ornavano con un linguaggio estetico essenziale, ricco di simboli e significati.
Nel corso della mia formazione ho potuto studiare da vicino i manufatti dei Tlingit dell’Alaska e dei Xingu dell’Amazzonia, e nutro un grande fascino per i manufatti giapponesi.
Sono comunque anche stata colpita da artisti come Hieronymus Bosch, Diego Velazquez, Claude Monet, Eduart Manet, Gustav Klimt, Salvador Dalì, Mondrian, Amedeo Modigliani, William Turner, Piet Mondrian, Maurits Escher, Egon Schiele, Amsel Kiefer e tanti altri. Posso dire che non c’è stata, e non c’è tuttora, una corrente che mi attrae più di un’altra: trovo tutte le diverse forme espressive affascinanti.
C’è stato però un artista, un docente, che mi ha aiutato molto, e penso che all’epoca non ne fosse nemmeno consapevole. Si chiama Gianni Realini. Alla fine dei quattro anni di CSIA, ogni studente della classe analizzava i propri disegni con il docente, tappezzando il pavimento con le proprie opere. Al contrario dei miei compagni, nei cui disegni si potevano riconoscere senza fatica i tratti tipici dell’autore, i miei disegni erano molto diversi tra loro: uno fine e sensibile, l’altro calcato con il carboncino, ecc. Non ce n’era uno come l’altro. Gianni mi chiese cosa ne pensassi e gli risposi di essere dispiaciuta di non aver trovato il mio “stile”, come tutti gli altri studenti invece. Lui, calmo e amorevole, mi rispose: “non giudicarti in modo negativo, perché in ogni disegno ci sei tu e sei riuscita a catturare al suo interno quello che sentivi in quel preciso momento. Questo non è da poco; un proprio stile può anche diventare una briglia. Rallegratene e continua così” mi incoraggiò. Ho fatto tesoro delle sue parole.
“Andeer” tessuto a mano e tinto durante un’esposizione a La Filanda di Mendrisio
In questo momento quali sono i progetti a cui stai lavorando e dove ti vedi proiettata tra qualche anno?
In ambito tessile, il mio progetto più recente, che partirà a marzo-aprile, è un atelier di tessitura che sto allestendo in una casa di creativi a Solduno. Dato che al momento sono molto occupata con la scuola e non ho tempo di sfruttare i telai e gli strumenti che ho a casa, ho avuto l’idea di creare uno spazio di tessitura in cui studenti, ex studenti e persone che vogliano approcciarsi all’arte della tessitura abbiano la possibilità di trovare un atelier pronto ad accoglierli. Le indicazioni a riguardo saranno presto pubblicate sul mio sito internet marianaminke.com
Attualmente sto anche scrivendo un libro sugli intrecci dei tessuti. È una guida che ho pensato soprattutto per i miei studenti, ma che vorrei mettere a disposizione anche ad un pubblico esterno alla scuola.
Sono sempre stata attratta dalla natura. In questo senso, sto già lavorando per una mostra programmata per fine anno, che ho in previsione di allestire con Moira Müller, fiorista molto talentuosa. Abbiamo già collaborato in passato, e la nostra intenzione è quella di mettere di nuovo insieme le nostre forze per creare qualcosa in modo congiunto. Spero anche di poter continuare la collaborazione con il parco botanico delle Isole di Brissago, iniziata lo scorso autunno con la nuova gestione delle Isole da parte del cantone.
In primavera inizierò una formazione per imparare la gestione di gruppi. Si tratta di un aspetto che vorrei approfondire, dato che sono la rappresentante delle formazioni professionali nel consiglio di direzione del CSIA.
E tra qualche anno chi lo sa, mi vedo un po’ come oggi, sempre e soprattutto appassionata. Mi vedo a lavorare con i tessuti, a scuola ad insegnare a contatto con i giovani, a collaborare con i colleghi, con la direzione della scuola e a creare nuovi progetti.
Campione di tintura con immagine d’ispirazione
In veste di docente, al giorno d’oggi chi sono i giovani che si approcciano a questo tipo di arte e quali sono gli indirizzi che prediligono? Quali sono le attività che essi svolgono e come avviene la loro ricerca nello scoprire la materia?
Insegno da 17 anni e per me è difficile creare una “categoria” di giovani che scelgono l’indirizzo tessile. In generale, posso dire che i giovani che ho visto nella formazione sono innanzitutto appassionati di disegno e di arti plastiche. Scelgono il nostro indirizzo di studio solitamente a 14-15 anni, alcuni dopo essersi informati o aver visitato la scuola con i propri genitori, altri invece sono figli o parenti di ex studenti del CSIA.
In ambito tessile, la nostra scuola forma in due indirizzi: tecnologo tessile AFC – figura professionale che disegna e progetta disegni per la stampa ancora prevalentemente a mano – e il creatore di tessuti AFC – figura professionale che si occupa di progettare e realizzare tessuti e prodotti con l’ausilio del telaio. Il primo è l’indirizzo più ambito nella nostra scuola, in quanto è uno dei mestieri nei quali ancora si disegna molto a mano.
In entrambe le formazioni gli studenti creano, progettano e realizzano progetti tessili per abbigliamento, arredamento oppure in ambito della fiber art. È una formazione di quattro anni, nei quali vengono sviluppati progetti diversi – spesso in collaborazione con figure esterne alla scuola come designer di moda, enti pubblici o privati, progetti per fiere e/o eventi. Accanto a queste collaborazioni si affrontano progetti ispirati a diversi artisti, correnti artistiche, tematiche contemporanee (come la sostenibilità), ecc. I tecnologi tessili preparano prevalentemente disegni su carta di grande formato e i creatori di tessuti progettano e realizzano tessuti, capi e accessori al telaio.
Nello scoprire la materia, ogni studente è differente ed è attratto da aspetti diversi del mestiere, ognuno ha i suoi tempi e modalità.
Nel disegno è necessario sciogliere la mano, prendere confidenza con il materiale di disegno, le carte, i colori, le tecniche e l’approccio espressivo delle forme e dei colori. Nell’ambito della creazione di tessuti, gli studenti scoprono la materia soprattutto realizzando i progetti, osservando i risultati e scoprendo gli effetti delle loro scelte.
Esposizione alla galleria On Arte di Minusio
Cosa consiglieresti ai ragazzi che vogliono intraprendere la strada del design tessile e della fiber art?
È necessario avere molta perseveranza, dedizione e passione. I tessuti sono sempre attorno a noi, non solo nella loro forma più consona come tessili per l’abbigliamento o per arredo. Sempre più spesso vengono utilizzati anche come medium nell’arte, in ambito scientifico e tecnico. Il loro impiego non ha confini. È importante trovare il proprio ambito d’interesse, cercare fonti d’ispirazione, rimanere aperti, esplorare, imparare, provare, realizzare e mettersi in discussione. È un lavoro con una potenzialità di crescita continua, non solo a livello professionale o artistico, ma anche a livello personale.